Giostra mentale del mese,scatenata-ahimè-dal libro di embriologia.
Fermandomi un secondo a riflettere su ciò che stavo leggendo mi è venuta un po' a mancare la terra sotto i piedi: da una pallina poi dischetto appiattito, tappa dopo tappa, assemblamento dopo assemblamento si fa capolino nel mondo... PAM!
Dal nulla, dal buio più assoluto, l'improvviso esistere, la goccia di vita che si accende e lotta per evolvere.
Sarò ingenua ma mi sconvolge, mi sconvolge più di tutto il resto: dei missili supersonici, degli ogm sempreterni, dei microchip, della fivet...
La scienza è arrivata a clonare la vita ma non a dirci cos'è la vita, a rimandare la morte ma non a dirci cosa succede dopo la morte. A dirci come si sviluppa l'apparato digerente da un tubo rettilineo ma non a dirci da dove veniamo e dove andiamo e soprattutto perchè ci siamo.
La ragione ci porta fino ai piedi di un muro e ci lascia lì.
Lo stupore non ce lo insegna più nessuno, anzi hanno fatto di tutto per soffocarlo, per reprimerlo,per anestetizzarlo. Gli abbiamo messo come un bavaglio.
Questo è così, così e così. C'è una ragione per ogni cosa, un mero meccanismo per tutto, un avvicendarsi di nozionismi che ci spiegano anche i minimi dettagli. La macchina uomo funziona così, per questo e per quell'altro motivo.
Non c'è tempo per rimanere a bocca aperta.
Non è consentito.
Siamo onnipotenti.
Siamo capaci di spiegare tutto ma siamo totalmente incapaci di provare quel breve sussulto interiore che è lo stupore.
Credo che questo nasca dalla certezza di aver già tutte le risposte, che ogni cosa sia comprensibile e spiegabile secondo leggi precise di causa e effetto. Nei concatenamenti non c'è spazio per la sorpresa, è un fattore di disturbo. E' tutto necessità.
Eppure basterebbe osservare una sola giornata di questa vita con uno sguardo diverso per rendersi conto che è tutto sorpresa.
Non bisognerebbe stancarsi mai di provare un attimo di sbalordimento , "scappi" di meraviglia di fronte a quelle cose che ci paiono ovvie, ma che poi tanto ovvie non sono.
Tenere sgranati gli occhi sul reale e vedere le cose come riscoperte per al prima volta nel miracolo del loro esserci.
C'è un mistero in noi e nel mondo che ci circonda e questo mistero lo stupore lo esige: è un mistero non un dogma, per questo esige tante domande.
Domande che non possono essere chiuse per quieto vivere nello schedario di ciò che siamo convinti di sapere:è questo il percorso che porta ad avanzare.
Se non impareremo a ri-stupirci (delle cose belle come di quelle brutte) diventa tutto routine, tutto automazione, tutto abitudine, tutto scontato.
Ci siamo assuefatti a troppe cose.
Stupore come desiderio di vedere,come shock del conoscere quell'irruzione del"nuovo" che rompe gli ingranaggi e mette in moto un processo.
Non tanto una meraviglia passiva ma un'ammirazione attiva: è questa più che il dubbio la fonte della conoscenza.
"E mi vergogno un po' perché non so più fare Oh..."