venerdì 25 settembre 2009

Uomini persi












Anche chi dorme in un angolo pulcioso
coperto dai giornali, le mani a cuscino
ha avuto un letto bianco da scalare e un filo
di luce accesa dalla stanza accanto
due piedi svelti e ballerini a dare calci al mare
nell'ultima estate da bambino
piccole giostre con tanta luce e poca gente
e un giro soltanto.

Anche questi altri strangolati da cravatte
che dentro la ventiquattrore portano la guerra
sono tornati con la cartella in braccio al vento
che spazza via le foglie del primo giorno di scuola
raggi di sole che allungavano i colori sugli ultimi giochi
tra i montarozzi di terra
e al davanzale di una casa senza balconi
due dita a pistola.

Anche quei pazzi che hanno sparato alle persone
bucandole come biglietti da annullare
hanno pensato che i morti li coprissero
perché non prendessero freddo e il sonno fosse lieve
hanno guardato l'aeroplano e poi l'imboccano
e son rimasti così inghiottire e né sputare
su una stradina e quattro case in una palla di vetro
che a girarla viene giù la neve.


Anche questi cristi
caduti giù senza nome e senza croci
son stati marinai dietro gli occhiali storti e tristi
sulle barchette coi gusci delle noci
e dove sono i giorni di domani
le caramelle ciucciate nelle mani
di tutti gli uomini persi
dal mondo
di tutti i cuori dispersi
nel mondo.


Quelli che comprano la vita degli altri
vendendogli bustine e la peggiore delle vite
hanno scambiato figurine e segreti
con uno più grande, ma prima doveva giurare
teste crollate nel sedile di dietro
sulle vie lunghe e clacsonanti del ritorno dalle gite
e un po' di febbre nei capelli ed una maglia
che non vuole passare.

E i disperati che seminano bombe tra poveri corpi
come fossero vuoti a perdere, come se fossero pupazzi
seduti sui calcagni han rovesciato sassi
e un mondo di formiche che scappava
le voci aspre delle madri che li chiamavano
sotto un quadrato di stelle dentro i cortili dei palazzi
e la famiglia a comprare il cappotto nuovo
e tutti intorno a dire come gli stava.


Anche questi occhi
fame di nascere per morir di fame
si son passati un dito di saliva sui ginocchi
e tutti dietro a un pallone in uno sciame
leggeri come stracci e dove fanno a botte
dove è un papà che caccia via la notte
di tutti gli uomini persi
nel mondo
di tutti i cuori dispersi
nel mondo.

Claudio Baglioni

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