lunedì 1 giugno 2009

...Meno Uno...

E giunge al termine questo "primo" anno accademico.
Per quanto mi riguarda è passato come un lampo.
Nemmeno il tempo di dire:
"Aspetta. Fatti guardare almeno un po'."
Forse perchè l'ho voluto tanto, l'ho sognato tanto.
Chi, come me, ha dovuto pazientemente aspettare per entrare e patire un po' forse capirà questa mia sensazione.
'E stato bello davvero.
Un anno pieno di soddisfazioni ma soprattutto di tanti volti nuovi nella mia vita: c'è chi si è solo affacciato facendo un timido capolino, chi invece ha messo su tenda iniziando a diventare importante e chi,chissà,arriverà..la strada-nonostante il "meno uno" è ancora lunga..bene così!
E quindi nonostante la mia stanchezza cronica, il maledire la sveglia delle sei, e lamentele varie devo dire che mi dispiace il non ritrovarvi tutte le sante mattine in quella file occupata da sciarpe,giacche, astucci e "city-leggo-metro" vari!

Che l'entusiasmo che ci accompagna non mi/ci abbandoni mai.
Vi saluto con queste parole di Gianni Bonadonna, imprimiamocele in testa.

"Alla scuola del malato i giovani medici arrivano impreparati.
Nelle facoltà di medicina si insegna il distacco,l'equanimità[...]
La crescente enfasi sulla biologia molecolare anzichè sull'umanità incoraggia a focalizzare l'attenzione sulle malattie piuttosto che sui pazienti.
Il paziente è passivo,le cellule sono vive.
Si insegna fin da subito la supremazia dell'occhio su quella dell'orecchio:
è a questo punto che lo studente impara a indurirsi nei confronti dell'empatia,a vedere piuttosto che ascoltare.
La medicina contemporanea allontana i clinici da loro stessi, li spinge a contemplare solo le immagini delle strutture corporee.
Ma le radiografie e gli elettrocardiogrammi non rivelano la mente e lo spirito del paziente[...].
La burocrazia frena gli entusiasmi dei giovani,la politica spesso li avvilisce,la routine spegne la passione e la corsa ai facili guadagni corrode una professione che un tempo si chiamava l'arte,l'arte di curare.
[...]Empatia è un fattore fondamentale di cura: vuol dire trasmettere e ricevere fiducia,sentirsi capiti,mettersi nei panni dell'altro. Si può anche semplificare: perchè empatia alla fine significa dare."
Gianni Bonadonna da "Medici umani,pazienti guerrieri"

1 commento:

  1. Davvero è volato quest'anno!dico quest'anno ma ancora abbiamo da dare tutti gli esami!!!!almeno io....
    Bellissimo il testo...è proprio vero, l'EMPATIA!Sarà quella a fare la differenza nella buona riuscita del nostro futuro compito...

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