giovedì 23 aprile 2009

Hakuna Matata!


Proprio una bella sorpresa l'imprevista "lezione" di Psicologia Positiva di ieri mattina.
Giusto in macchina-nel mio tragitto giornaliero casa/stazione pensavo a questa cosa(sì esatto le giostre mentali delle 6.30 del mattino!!Chi non se le fa??): cioè che la devo assolutamente smettere di farmi condizionare dagli eventi microscopici che mi accadono(e che io ovviamente iperbolizzo), che devo essere più "imperturbabile" almeno di fronte alle "chicchirullate" (per me valanghe di neve!)...insomma i soliti buoni propositi destinati a fallire!
Poi arrivo a lezione ...Biochimica sospesa...si parla di Psicologia Positiva...

Casca proprio a pennello!


"La Resilienza è l'arte di navigare sui torrenti. Un trauma sconvolge il soggetto trascinandolo in una direzione che non avrebbe seguito. Ma una volta risucchiato dai gorghi del torrente che lo portano verso una cascata il soggetto resiliente deve ricorrere alle risorse interne, deve lottare contro le rapide che lo sballottano incessantemente." Boris Cyrulnik

Solo l'acquisizione di queste cosiddette risorse interne offre al soggetto un'inclinazione che gli permette successivamente di individuare e di carpire anche le risorse esterne,le eventuali mani tese che gli si offrono.
Essere resilienti è più che resistere, significa imparare a vivere.

Di fronte a ciò che psicologicamente ci fa soffrire ognuno di noi mette in moto meccanismi di difesa che vanno dalla scissione(separazione da di un contenuto), alla negazione(prendere le distanze), al fantasticare/sognare, alla sublimazione,all'umorismo (sdrammatizzazione) fino al controllo degli affetti e delle emozioni....

"La facoltà umana di scavarsi una nicchia, di secernere un guscio, di erigersi intorno una tenue barriera di difesa anche in circostanze apparentemente disperate è stupefacente. Si tratta di un prezioso lavoro di adattamento."
Primo Levi, Se questo è un uomo


L'insieme di queste strategie mentali e comportamentali messe in atto per fronteggiare le varie situazioni prende il nome di coping.

Queste strategie sono fondamentali per il raggiungimento del benessere e presuppongono che il soggetto sia protagonista della situazione.

Da qui il cosiddetto senso di Mastery, ovvero di padronanza: la capacità di gestire effettivamente la propria vita e l'ambiente circostante.
Il test che ci è stato poi proposto valuta tutte queste capacità unitamente al senso di coerenza(elaborato da Antonovsky) che racchiude la comprensibilità(capacità di comprendere ciò che accade dentro e fuori), la fronteggiabilità(capacità di fronteggiare gli eventi) e la significatività(capacità di dare significato alle sfide della vita).

Elevati sensi di coerenza, di Mastery, di coping....portano all'ottimismo disposizionale,il quale condiziona ogni aspetto della nostra vita.

Tutto queste considerazioni hanno fatto scattare in me una piccola molla.
Sta davvero a noi far sì che il bicchiere sia sempre rigorosamente mezzo pieno...per il semplice fatto che ci siamo, viviamo,che possiamo dare anche noi il nostro piccolo contributo all'umanità. Dobbiamo accorgerci della bellezza delle cose che ci circondano! Dobbiamo imparare a vederle!

"Onestamente questo mondo è una meraviglia. Non c'è niente da fare è una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia-ma non tu,con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se tu,questa essenza di te, sente d'essere parte di questa meraviglia-ma che vuoi di più, che vuoi di più?Una macchina nuova?" Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio


Questo è più che altro un piccolo monito a me stessa, qualche anno fa così leggera, capace davvero di pensare tutte queste cose e che invece ora sembra aver perso un po' la via....magari queste sono le prime mollichine di Hansel&Gretel per ritornare a "casa". Davvero ve lo posso assicurare: con una visione del genere ciò che ci circonda assume veramente un altro significato.

"
E miracolosamente non ho smesso di sognare
E miracolosamente
non riesco a non sperare
E se c'è un segreto è fare tutto
come
se vedessi solo il sole."
Elisa

Per approfondire:
^Martin Seligman, Imparare l'ottimismo
^A.Bandura, Il senso di autosufficienza

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