martedì 28 aprile 2009

Sindrome di Zelig (Camaleontismo umano)



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"Certo che sono un medico...Anzi devo proprio andare.

Sai, tengo un corso sulla masturbazione....Sennò cominciano senza di me."

Leonard Zelig

da Zelig Woody Allen 1983



L'uomo camaleonte, capace di assumere inconsapevolmente l'identità di chi gli sta di fronte, non è una semplice invenzione cinematografica.

Woody Allen, quando nel 1983 portò sul grande schermo la storia di Leonard Zelig affetto da questo bizzarro disturbo mentale non era andato poi così lontano...


La Zelig Like Syndrome (che prevede il nome proprio dal film di Allen) è stata descritta per la prima volta nel 2005 da un'equipe di medici in un paziente ricoverato nel reparto di Neurologia Comportamentale di Villa Camaldoli di Napoli.

Questi dopo un arresto cardiaco con ipossia cerebrale, ha riportato danni al lobo frontale-temporale, cioè a quella parte del cervello deputata al controllo dei comportamenti.

In particolare tali aree cerebrali hanno la funzione di essere "freni inibitori" nei confronti dell'attivazione provocata dai "neuroni specchio", i quali governano la capacità di provare empatia, ovvero di sintonizzarsi sulle emozioni altrui.

Senza freni dei lobi frontali tale "identificazione", prende il sopravvento provocando la perdita dell'identità personale e l'acquisizione di quella altrui.


E infatti da allora il paziente ha manifestato un perfetto trasformismo identitario, riuscendo a immedesimarsi nelle persone con le quali entra in contatto.

Al bar diventa barman, in cucina è un cuoco, fra i medici un medico.

Ha insomma "rubato" il mestiere a tutte le persone che aveva davanti, dimenticando l'identità appena assunta quando assumeva la successiva.


"In un bar A.D, si è trasformato in un barman.

A chi a gli chiedeva come si preparasse un determinato cocktail, ha risposto di essere ancora in prova: "Sono qui da due settimane, spero di avere il posto fisso"

In cucina era un cuoco provetto: " Sono uno chef specializzato in menu per diabetici", ha spiegato senza un ombra di esitazione, assolutamente immedisimato nella sua nuova identità.

Psicolgo fra gli psicologi, cardiologo fra i cardiologi, ha cercato anche di assumere un lnguaggio appropiato all'occasione.

Gli abbiamo fatto delle domande-trabocchetto a cui a risposto con frasi passe-partout. Al cardiologo che gli ha chiesto a quale patologia corrispondesse una determinata anomalia del battito cardiaco, ha replicato in modo generico, ma più appropiato possibile. Ha detto: la domanda è troppo complessa, dipende da paziente a paziente."

dott.ssa Conchiglia


La sindrome di Zelig non è una "semplice" sindrome da dipendenza ambien

tale (anche detta sindrome d'uso) perchè chi ne è affetto non si limita ad imitare i gesti dei suoi interlocutori ma si immerge totalmente in modo onnipervasivo in un contesto, come se avesse perso la capacità di mantenere costante la propria identità e si adottasse ai ruoli (e non a semplici stimoli) proposti di volta in volta dall'ambiente che lo circonda.


Pubmed:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17454683?ordinalpos=1&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DefaultReportPanel.Pubmed_RVDocSum

Ps: Piccola postilla su Pubmed
Che sia una splendida fonte di informazione è innegabile.
E' innegabile anche però che abbia trovato non poche difficoltà nell'usarlo.
Ma questo dipende soprattutto dal mio scarso,scarsissimo inglese(gli effetti della scolarizzazione sì!).
Però anche trovarmi miriadi di articoli davanti mi spiazza leggermente.
E anche la terminologia mi risulta ostica (ma questa DOVREBBE migliorare con gli studi futuri!)
Quindi dopo aver cercato notizie su altre patologie ed essermi persa in quel mare magnum, ho concentrato le me forze su questa strana sindrome di cui si sa molto poco.
E la ricerca è stata più facile, meno dispersiva e molto interessante.
Insomma chi va piano va sano e va lontano.
Poi si spera che con la pratica le cose migliorino.


3 commenti:

  1. Brava Mary!
    Interessante...ma soprattutto inquietante!!

    Penso che sia una delle malattie più assurde di cui abbia mai sentito parlare.
    Ti annienta totalemente: tremenda.

    Ciao cara!

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  2. Non ne avevo mai sentito parlare! Troppo interessante, mi hai fatto venir voglia di vedere il film!!
    Comunque leggendo ciò che hai scritto mi è venuto in mente un libro: "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" di Oliver Sacks; tratta di tutte queste bizzarrie psiconeurologiche... è interessantissimo, ve lo consiglio!
    Cheers

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  3. @Betta:Sì è vero ne ho sentito parlare.
    Lo leggerò,grazie del consiglio!

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